Di Enrico Solito avevo già parlato qui, raccontando quello che è stato il mio secondo incontro con Sherlock Holmes.
Anche se probabilmente è uno, se non il migliore scrittore di apocrifi italiani, ho scoperto con piacere che ha scritto anche altri libri, per lo più gialli, ambientati in varie epoche storiche.
Uno che ho amato particolarmente e che fa parte di una trilogia che vedrà presto l'uscita dell'ultimo romanzo, è "All'ombra del Pino", edito da Hobby&Work nel 2003. La prima cosa che salta all'occhio, iniziando la lettura, è l'ambientazione storica molto particolare: la vicenda, infatti, si svolge nel 1849, subito dopo la nascita della Repubblica Romana, periodo semisconosciuto ai più.
Protagonisti sono Ermanno, patriota e idealista toscano, e Checco, ragazzotto romano e di carattere decisamente più pragmatico, legati dall'amore per Anna, la quale, come nel più classico dei triangoli, non sa decidersi tra i due e cerca consiglio in Don Michele, sacerdote dalle idee repubblicane, vero filo condutture della trilogia di romanzi. Amore e amicizia, che si intrecciano e si saldano, resi ancora più profondi dalla passione per l'impegno civile e politico. Sullo sfondo, una lunga serie di omicidi che insanguina la Roma Repubblicana, mentre le truppe francesi incombono su di essa. E la soluzione dell'enigma verrà rivelata solo molto tempo dopo, addirittura in un altro secolo, e avrà il sapore amaro dell'inganno e della disillusione.
Il primo dei tre gialli di questa serie, che si dispiegano nell'ottocento romano e che riescono nell'intento di fornire un affresco accurato di quel tempo. Le radici romane di Solito si intuiscono nella cura per le descrizioni dei luoghi, dei profumi e delle voci; l'amore per la rivoluzione e le passioni giovanili (e le cause perse, potrei aggiungere se fossi un po' maligna :) ) riecheggiano prepotentemente lungo tutto il narrato, mentre il buon vecchio Sherlock Holmes trova un ottimo emulo nella figura di Don Michele, sacerdote decisamente sui generis.
Nessun commento:
Posta un commento