giovedì 10 dicembre 2015

Menschen Museum - il museo dei cadaveri plastinati

Sono stata a Berlino in questi giorni, una città splendida ma che conoscevo davvero poco; a parte la storia della divisione Est-Ovest, lo Zoo (tristemente famoso per il libro) e il freddo, non sapevo che cos'altro mi avrebbe atteso. Ovviamente, la prima tappa è stato il Memoriale del Muro in Bernauer Str., mentre il secondo passaggio obbligato è stato al Pergamon Museum, con grande delusione conseguente, visto che il famoso altare di Pergamo (pezzo forte del museo, dal quale prende anche il nome) sarà nascosto alla vista del pubblico per almeno altri 4 anni.




Per fortuna, però, dopo essermi ripresa dalla brutta sorpresa  e continuando a gironzolare per la città, ho scoperto per puro caso un museo particolarissimo, ad Alexander Platz, giusto sotto la torre della televisione: il Menschen Museum.

Bene, che cosa ha di diverso dagli altri? Dopo essere passati dall'Isola dei Musei, è difficile trovare qualcosa che possa colpire. Eppure... 


Composizione di corpi con i quali si apre la mostra - Picture by Tobias Tanzyna
È un museo interamente dedicato al corpo umano, realizzato per spiegarne il funzionamento e la struttura, un po' accademico, quasi noioso visto da fuori. Tutto vero. Ma c'è un piccolo particolare che lo rende unico nel suo genere. I modelli anatomici che si possono ammirare non sono manichini o fedeli riproduzioni, bensì corpi veri: cadaveri plastinati.

La tecnica della plastinazione è stata inventata e brevettata nel 1977-78 dall'anatomopatologo Gunther von Hagens (soprannominato simpaticamente anche Dottor Morte) ed è un modo - geniale nella sua semplicità - di conservare il corpo umano. In pratica, si sostituiscono tutti i liquidi corporei con polimeri di silicone, che rendono gli organi rigidi e inodori, ma mantenendo inalterati i colori.

Picture by Tobias Tanzyna
La mostra, prima itinerante e che ora ha finalmente trovato una sede fissa a Berlino, sebbene possa sembrare un po' macabra a un primo impatto, è in realtà un inno alla vita e alla conoscenza. Tutti i campioni del Museo Menschen sono autentici. Leggo che in passato ci sono state alcune proteste e polemiche nelle città toccate da essa. Non me ne stupisco, anche se è bene ricordare che i corpi appartengono tutti a persone che hanno scelto di metterli a disposizione dopo la morte per la ricerca e l'istruzione.
Picture by Tobias Tanzyna
Attraverso le varie sezioni, accanto allo scopo puramente pedagogico di svelare i misteri del corpo umano, l'esposizione vuole anche fornire spunti di riflessione. Si può cogliere "la grandiosità di ciò che ci unisce, di ciò che ci tiene in piedi e in movimento, di ciò che ci fa ridere e ci fa provare emozioni", intuendo quanto altamente complesse, ma contemporaneamente fragili e vulnerabili sono le  nostre strutture fisiche. 
La mostra si apre con dei corpi composti in pose molto plastiche (facendo notare come la nostra epoca sia quella in cui la cura del corpo è più esasperata mentre, paradossalmente, è anche quella nella quale esso è meno utile per la sopravvivenza): stupefacente è capacità evocativa di queste figure, come anche la ricerca della posizione a effetto e la composizione artistica. Sono cadaveri, ma sono incredibilmente belli; lo sguardo non riesce a staccarsi, anche in maniera morbosa, a essere sinceri (Dylan Dog, E. A. Poe, G.de Maupassant e H.P.Lovecraft devono aver avuto precise responsabilità sulla mia formazione e i miei gusti!).
Subito dopo, si passa alla sezione delle malattie e dei tumori, con gli organi sezionati che mostrano gli stadi di avanzamento delle varie patologie, ma quello che davvero mi ha affascinata è stata la parte dedicata alla riproduzione e alla nascita della vita. Certo, sembra un po' paradossale raccontare la vita con dei cadaveri, ma forse proprio per questo l'effetto è ancora maggiore. Si va da piccoli feti abortiti nei vari stadi della gravidanza - anche con malformazioni - fino al centro dell'esposizione, nel quale si può ammirare una donna morta all'ottavo mese di gravidanza, con il ventre aperto e il bambino già posizionato per nascere. Purtroppo, le parole non riusciranno mai a riprodurre lo stupore che si prova davanti alla morte che spiega la nascita della vita.

Qualcuno mi ha chiesto perché andare a vedere un museo del genere. Sicuramente per curiosità, probabilmente per morbosità e umanamente per un po' di gusto per il macabro, ma soprattutto perché il corpo umano, in questa maniera, non è possibile vederlo tutti i giorni. 

Nota importantissima: la mostra itinerante "Body Worlds - il vero mondo del corpo umano" è attualmente a Firenze e ci rimarrà fino al 20 marzo 2016.

Giunti alla fine del post, ecco un po' di informazioni tecniche.

Al momento, è l'Istituto di Plastinazione di Heidelberg a gestire il programma di donazione dei corpi e ha più di 15000 donatori registrati, anche se in passato non sono mancate polemiche e accuse finite persino in tribunale sui presunti metodi poco ortodossi di von Hagens di procurarsi i cadaveri (dalle quali è uscito sempre vincitore).

La tecnica della plastinazione è qui illustrata nei dettagli. Per chi ha difficoltà con l'inglese, traduco velocemente i cinque punti di cui si compone la plastinazione:

1. Imbalsamazione e dissezione anatomica
All'inizio, si arresta il decadimento pompando formalina nel corpo attraverso le arterie. Essa uccide tutti i batteri e ferma chimicamente il decadimento del tessuto. Utilizzando strumenti di dissezione, la pelle, i grassi e i tessuti connettivi vengono successivamente rimossi per preparare singole le strutture anatomiche.
2. Rimozione del grasso corporeo e dell'acqua
Successivamente, l'acqua corporea e grassi solubili vengono rimossi dal corpo mettendolo in un bagno di solvente (ad esempio, un bagno di acetone).
3. Impregnazione forzata
Questo secondo processo di scambio è il passo centrale della plastinazione. Durante l'impregnazione forzata, un polimero reattivo, come ad esempio la gomma siliconica, sostituisce l'acetone. Per raggiungere questo obiettivo, il campione viene immerso in una soluzione polimerica e posto in una camera a vuoto. Il vuoto rimuove l'acetone dal campione e aiuta il polimero a penetrare fino all'ultima cellula.
4. Posizionamento
Dopo l'impregnazione sotto vuoto, il corpo viene posizionato nella posizione desiderata. Ogni singola struttura anatomica viene correttamente allineata e fissata con l'ausilio di fili, aghi, pinze, e blocchi di schiuma.
5. Indurimento
Nella fase finale, il campione viene indurito. A seconda del polimero utilizzato, questo viene fatto con gas, luce o calore. Il processo che va dalla dissezione alla plastinazione di un intero corpo richiede circa 1.500 ore di lavoro e normalmente dura circa un anno per essere completato.

Disclaimer: tranne la prima, fatta da me, le foto presenti nel post sono mi sono state gentilmente mandate dall'ufficio stampa del Menscher (visto che era vietato fare foto all'interno del museo).

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