giovedì 24 novembre 2016

L'avventura del Colosseo

Se c'è una cosa che mi lascia sempre stupita, è la capacità di Massimo Polidoro di scrivere pagine su pagine in pochissimo tempo: appena uscito a giugno "Non guardare nell'abisso", era già a lavoro su un nuovo libro. E ora che ce l'ho in mano, guardo questo tomo di 371 pagine e mi chiedo come ha fatto a finirlo in così pochi mesi. Che poi non stiamo mica parlando di una storiella qualunque: eh no, qui si punta in alto, addirittura alla storia dell'anfiteatro romano per antonomasia. Che può sembrare incredibile, ma non esisteva ancora un libro che raccontasse le vicissitudini di questo monumento, dalla sua inaugurazione nell'80 d.C passando per l'abbandono medievale fino a essere inserito - esattamente 1900 anni dopo - tra i patrimoni dell'umanità da parte dell'Unesco.
L'avventura del Colosseo - uscito il 22 novembre in tutte le librerie - nasce proprio da questa semplice osservazione e Polidoro ha colto la palla al balzo, con l'ambizioso obiettivo di scrivere un libro rigoroso dal punto di vista storico, ma avvincente come un romanzo.
Certo, i primi nomi che vengono in mente parlando di questo genere letterario sono Alberto Angela (e penso subito a I tre giorni di Pompei o anche Amore e sesso nell'antica Roma) e  Valerio Massimo Manfredi (chi non ha letto la trilogia di Aléxandros?); manco a dirlo, il primo è ringraziato e citato nella bibliografia, mentre il secondo ha addirittura scritto la prefazione. A differenza loro, però, Polidoro è riuscito a scrivere un libro che si può leggere "a puntate". Intendo dire che non è un blocco unico di scritto, ma si può usare in tre modi diversi: 1. seguendo la storia principale; 2. spulciando per curiosità i vari box di approfondimento; 3. guardando il grande corredo iconografico.
Io non l'ho ancora finito, anche se ne ho una copia in mano da un po' di tempo: ogni sera ne leggo qualche pagina, scegliendo se farmi guidare da Massimo nel suo viaggio indietro nel tempo o se saltare tra le pagine e leggere quello che attira di più la mia attenzione. I bambini, che ve lo dico a fare, non fanno altro che scorrere le foto!
Insomma, un ottimo regalo natalizio da gustare sul divano, con una buona tazza di tè, ma anche un libro che potrebbe diventare un must per chi si appresta a visitare il monumento italiano forse più famoso al mondo.


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