lunedì 30 ottobre 2017

Come nascono "Le streghe di Bayes": intervista alle autrici

Ciao a tutti!


Qualche giorno fa, vi ho parlato de "Le streghe di Bayes e altre storie", un libro di fiabe scaricabile gratuitamente dal sito dell'ISTAT, scritto per avvicinare i bambini alla statistica.
Grazie alla potenza dei social, sono riuscita a conoscere le autrici: ragazze simpaticissime, che ti trasmettono tutto l'entusiasmo per questo progetto e che hanno accettato, con estrema gentilezza, di concedermi questa intervista. 


Prima di tutto, presentatevi: chi siete e come vi siete conosciute?

Siamo cinque (Rina Camporese, Silvia Da Valle, Sara Letardi, Susanna Peddes e Susi Osti) e lavoriamo all’ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica. Ci allontana la geografia perché lavoriamo negli uffici regionali di Veneto, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, ma ci unisce la passione per la scrittura e per la divulgazione statistica.


Quindi cinque donne e quattro regioni: come siete arrivate da una passione comune a realizzare questo progetto? E come mai proprio voi: avete a che fare molto con i bambini?

L’idea è nata per scherzo qualche anno fa, in occasione di “Bimbi in Istat”, una giornata in cui i figli dei dipendenti possono visitare il luogo di lavoro dei genitori. In quell'occasione non ce la sentimmo di accogliere i nostri figli propinando loro soltanto le nostre attività quotidiane, pur se edulcorate. E non potevamo nemmeno permetterci che scorrazzassero scatenati per l’ufficio... così chiedemmo aiuto ad una fiaba e... funzionò!

Più recentemente poi, durante i preparativi del Festival della Statistica 2016 di Treviso, quell’idea balzana ha avuto il coraggio di tramutarsi in un progetto professionale. Per il secondo anno consecutivo dovevamo infatti occuparci della sezione di attività del Festival dedicata a giovani e giovanissimi, cercando modi innovativi per parlare di statistica a chi ne è “ancora” lontano. Tra le varie idee portate al Festival, fece così il suo timido esordio anche una primissima raccolta di fiabe.

Da tempo, inoltre, siamo impegnate in numerose attività per promuovere la conoscenza della statistica nelle scuole, organizzando incontri con gli studenti e partecipando ad eventi di divulgazione scientifica. I nostri laboratori, rivolti a bambini di tutte le età, dai piccolissimi agli adolescenti, hanno sempre cercato di unire i lati ludico e fantasioso a quello didattico, per coinvolgere i bambini e farli sentire co-protagonisti degli incontri. Il nostro percorso, quindi, si snoda negli anni: è partito dall’ideazione di laboratori in cui far “mettere le mani in pasta” ai bambini e ragazzi ed ora è approdato alla scrittura di fiabe.

In questo caso abbiamo “osato” compiere un passo in più: non è il bambino che impara il linguaggio dell’Istat ma è l’Istat che si avvicina ai piccoli modulando il proprio modo di comunicare sulle loro caratteristiche e competenze.

Le fiabe sono brevi, chiare e semplici nell’esposizione dei concetti.
Come avete lavorato e quali sono le maggiori difficoltà che avete incontrato?

È stato un lavoro di gruppo con fortissima interazione fra tutte. Dall’esperienza con i bambini e dalla conoscenza dei programmi scolastici - ebbene sì, la statistica si studia a scuola sin dalla primaria - avevamo chiari quali fossero gli elementi di base da trasmettere con i racconti, per cui scrivere i primi canovacci è stato piuttosto veloce e naturale. Il processo di scrittura finale, invece, è stato più lungo e laborioso. Le fiabe infatti sono state scritte, revisionate e via via “testate” sottoponendole all’ascolto impietoso dei nostri figli – ne abbiamo 13 - e dei figli dei colleghi. Infine, come ulteriore banco di prova, sono state “portate in piazza” e drammatizzate da due docenti universitarie di statistica e attrici davanti a diverse platee di bambini. In questi eventi abbiamo cercato di scorgere le reazioni dei bambini. Noia? Curiosità? Divertimento? I riscontri positivi ci hanno incoraggiate a procedere e a continuare nella scrittura dei testi, i riscontri negativi ci hanno fatto riflettere e riscrivere. E così via fino alla stesura finale di tutte e sette le fiabe.

Alcune fiabe si prestano anche ad essere rappresentate dai bambini e così, ad esempio, uno dei nostri laboratori è diventato un allegro “antro di streghe” in cui, tra un dispetto e una magia, si ragiona del teorema di Bayes e di come le leggi della probabilità ci aiutino a cambiare idea e a non fossilizzarci sui primi giudizi affrettati.

Le vere difficoltà? Far accettare ai grandi l’idea che si possa parlare di materie complicate attraverso le fiabe, senza rinunciare a complessità e accuratezza. Con i bambini, difficoltà zero.

Questo vostro racconto è affascinante! Avete in programma altri libri del genere? Potete dare qualche piccola anticipazione ai lettori di questo blog? [N.d.A: dite sì, dite sì!]

Ci piacerebbe molto dare un seguito a questo libro e ci stiamo già lavorando. La statistica offre davvero tantissimi argomenti su cui riflettere con i più piccoli: le decisioni in situazione di incertezza, la valutazione degli errori, il concetto di norma e normalità, e, più importante di tutti, la scoperta del mondo e della realtà che ci circonda attraverso il racconto che ne fanno i numeri.


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