giovedì 18 gennaio 2018

Cartoline dalla fine del mondo - Recensione

È uscito finalmente"Cartoline dalla fine del mondo", Marsilio.

Paolo Roversi non delude nell'ennesima e appassionante avventura di Enrico Radeschi, che ho potuto leggere in anteprima grazie alla Confraternita dei lettori (niente di esoterico eh, è stata chiamata così per il rimando al romanzo "La confraternita delle ossa", del quale ho già parlato su questo blog). Divorato letteralmente in un giorno, il nuovo romanzo scorre con la facilità di uno spritz ghiacciato ad agosto: anche stavolta un'indagine per il giornalista hacker in sella al suo "giallone"- una vespa originale del 1975 dipinta di giallo, anche stavolta una Milano noir da scoprire nei suoi angoli più nascosti... e anche stavolta un vicequestore Sebastiani da urlo (si sente per caso che ho un debole per lui?)!

Il libro inizia in realtà senza il nostro Radeschi, confinato con una falsa identità in un luogo sperduto della Grecia, per sfuggire a un nemico che gliel'ha giurata. Una serie di omicidi compiuti dal misterioso Mamba Nero - che così si fa chiamare perché uccide col veleno del terribile serpente africano - e incredibilmente legati a Leonardo Da Vinci, lo costringono però a riemergere dalla sua personale fine del mondo e tornare a indagare come ai vecchi tempi, insieme al suo ormai amico sbirro Loris Sebastiani, con il quale condivide anche l'amore per la buona tavola, il buon vino e le belle donne.
Grazie alle sue capacità informatiche e, perché no, al suo innato fiuto da giornalista di nera, riuscirà a venire a capo di un elegante e raffinato schema di uccisioni che interessano i dipendenti di una grossa multinazionale, risolvendo così un enigma che affonda le sue radici in un tragico passato.
Bella e originale la trama, concitato il ritmo e mai banale nei passaggi, e con un filo di ironia che non guasta mai, questo thriller è anche un inno d'amore che Roversi scrive alla sua città: Milano è sullo sfondo, ma è contemporaneamente protagonista e filo conduttore di tutte le avventure di Enrico Radeschi.
Ancora un ottimo giallo, da bersi alla calata come farebbe Radeschi con una birra artigianale sui Navigli, o da gustare a poco a poco, come un buon Chianti del nostro Sebastiani!


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